Villa Cagnola:
viene costruita tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700 in un parco oggi vasto circa 250.000 mq. che domina le prealpi varesine offrendo una splendida veduta sul lago.
Nel 1700 era residenza estiva del nobile casato dei Perabò. Proprio in questo periodo Bernardo Bellotto, forse in transito da Venezia per la corte dei Savoia, rimase ammaliato da quella che oggi è la “Villa Cagnola”, ma allora era considerata un castello, seppur privo di merli e torri.
Passò successivamente ai Melzi d’Eril, noti per aver ricoperto un ruolo importante nelle vicende del Ducato di Milano ed infine, nel 1850, a Giuseppe Cagnola.
Quando il senatore Carlo Cagnola ne prese possesso, la villa era in condizioni che denunciavano chiaramente l’usura dei tempi e la necessità di apportare le ristrutturazioni necessarie ad evitarne la rovina.
Egli pervenne con successo a questo risultato collezionando opere d’arte e ampliando lo stabile, oltre al parco.
Guido, ultimo discendente dei Cagnola, desideroso che questo splendido complesso diventasse un punto di incontro tra la cultura cattolica e quella laica, non avendo figli, donò tutta la proprietà e il patrimonio artistico e storico alla Santa Sede, che ha affidato ai Vescovi Lombardi la gestione diretta della villa e del centro convegni-ospitalità.
È interessante e fondamentale il ruolo assunto da Don Guido Cagnola nel far pervenire a noi i tesori custoditi nella sua dimora. Fu infatti impegnato durante la seconda guerra mondiale a difendere la sua preziosa raccolta dalle razzie dei tedeschi, e a conflitto terminato, dall’azione dispersiva degli antiquari.
Un’aneddoto dell’allora autista del Cagnola narra che il Comando tedesco di stanza a Varese fosse interessato al bottino presente nella dimora del nobile, ma che una volta arrivati sul luogo siano stati accolti in perfetto Hochdeutsch, il miglior tedesco possibile.
Cosi la facilità di conversazione agevolò l’incontro finendo addirittura per sviare il discorso sulla storia germanica e sulla letteratura, impressionando i tedeschi a tal punto che se ne andarono promettendo protezione, in caso fosse stato necessario. Il proprietario, sposatosi in tarda età e non avendo avuto figli, decise di lasciare il suo patrimonio artistico alla Santa Sede, non solo perché ne tutelasse l’integrità e la conservazione, ma, affidandolo in gestione ai vescovi lombardi, lo mettesse al servizio cultuale e spirituale del territorio.
Guido Cagnola ha inoltre cambiato la vita di molti residenti quando per beneficenza donò i terreni necessari a costruire il palazzo per le scuole e il Municipio.
L’opera più importante fu tuttavia l’acquedotto, è infatti evidente come all’epoca la mancanza di acqua potabile paralizzasse lo sviluppo del paese nonostante la sua posizione favorevole.
Ai nostri giorni è sede ufficiale dell’Istituto Superiore di Studi Religiosi, e della Fondazione Ambrosiana Paolo VI.
L’istituto svolge attività di ricerca su temi di interesse pastorale e incontri di carattere ecumenico, promuove iniziative di studio su problemi di attualità legati al rapporto tra cristianesimo e civiltà contemporanea, favorisce occasioni di confronto tra la cultura cattolica e la cultura laica.
La Fondazione realizza convegni, seminari, ricerche interdisciplinari su temi nodali della cultura cristiana, con la partecipazione di studiosi di molti paesi europei, e in particolare l’originale iniziativa “unica” nel suo genere, delle “settimane di storia religiosa europea”, diretta a studiare e documentare il contributo determinante del cristianesimo alla costituzione e alla crescita dell’identità dei diversi popoli.
Ospita anche altri enti scientifici quali l’Associazione Italiana di Fisica in Medicina (A.I.F.M.). I convegni che la vedono protagonista sono ormai numerosi e delle più svariate tipologie: religiose, scientifiche, culturali, sportive, musicali, artistiche.

Tratto da: www.villacagnola.it e Profilo storico di Gazzada Schianno di E. Gianazza